lunedì 28 gennaio 2008

Into the wild


Il viaggio alla ricerca di noi stessi, di quello che siamo realmente, è forse il più pericoloso ed impegnativo della nostra vita. Il confronto con gli altri, con la società che ci ha cresciuti e plasmati, è una lotta a colpi di motivazioni, alibi e spiegazioni; il confronto con il nostro io è un logorante duello tra passione e raziocinio, uno scontro che spesso evitiamo per paura delle conseguenze, per paura di mostrare ai nostri occhi quello che desideriamo veramente.

In questo film, Sean Penn analizza l’alchimia del nostro essere e lo fa attraverso il viaggio avventuroso e reale del giovane Alexander Supertramp, che in fuga alla ricerca della felicità, ritrova e allo stesso tempo abbandona, frammenti di se stesso e della sua famiglia.La felicità, o meglio la sua continua ricerca, si colloca tra queste due forze, tra quello che vogliamo e quello che crediamo di volere, tra i nostri sogni e la realtà che ci costruiamo per non vederli o renderli irraggiungibili.

Sean Penn ci racconta questa storia in una maniera che non siamo abituati a vedere sul grande schermo. Non utilizza una regia uniforme durante tutta la pellicola, ma varia molto e a seconda del contesto alza la voce o sussurra, aumenta il ritmo o lo congela del tutto, divide e duplica l’immagine se necessario. Gioca con i paesaggi come fossero stati d’animo e grazie ad un’ottima fotografia ed un’impeccabile colonna sonora, confeziona un film che non può non essere visto.

Lo consiglio a tutti!!!VOTO : 8

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gabryyy!Questa volta abbiamo azzeccato un film bello...era da un pò che sceglievamo film deludenti e noiosi!!!Questo mi ha colpito molto e mi sono anche commossa in certi punti. Un film che fa riflettere sulla vita e sul suo senso, mettendo in primo piano le piccole cose, a cui purtroppo non diamo mai abbastanza importanza, sempre presi dal vortice della società che ci circonda!bella la fotografia e la colonna sonora...sopratutto quei primi piani paesaggistici e solitari!!un film che merita!!!bacio

Anonimo ha detto...

Ciao Gabri,
e' un film che mi ha colpito.
Una fra tutte e' la frase che dice alla fine: non c'e' felicità senza condivisione.
E' arrivato alla consapevolezza che solo non puo' condividere cio' che di bello ha provato mentre la bellezze sta proprio nello trsmettere emozioni anche insieme ad altri.Io l'ho interpretato cosi'..
Quindi e' un messggio di spaeranza per chi si vuole rifugiare nella solitudine contemplativa..perchè ci fa capire che chi l'ha fatto poi non è stato appagato tot.
Kiss